I dati dell’osservatorio Internet of things della School of management del Politecnico di Milano: il settore cresce del 32% anno su anno. Giulio Salvadori: “Le potenzialità di questo comparto non possono più essere ignorate”.
Nel 2017 il mercato italiano dell’Internet of things ha fatto un balzo in avanti del +32%, per raggiungere un valore di 3,7 miliardi di euro, con la connettività cellulare in crescita del + 29% a 2,2 miliardi di euro e quella che deriva da altre tecnologie di comunicazione (a +36% per un valore di 1,5 miliardi di euro), per una crescita in linea e in alcuni casi superiore a quella in atto negli altri Paesi Ue.
A trainare il comparto lo scorso anno è stato lo Smart Metering, che vale 980 milioni di euro e rappresenta il 26% del mercato, con un +3% rispetto al 2016. A seguire la Smart Car, che vale 810 milioni di euro, pari al 22% del mercato con una crescita molto più sostenuta, a +47%. Poi le applicazioni di Smart Building, con i loro 520 milioni di euro, pari al 14% del mercato IoT, le soluzioni IoT per la logistica (360 milioni di euro, +45%), la città (320 milioni di euro, +40%) e la casa (250 milioni di euro, +35%).
Guardando al futuro e all’anno in corso, sono quattro gli ambiti più “promettenti” in termini di crescita: Smart Metering, Smart Car, Smart Home e Industrial IoT.
E’ quanto emerge dalla nuova ricerca dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano, presentata questa mattina a Milano al convegno “Internet of Things: connessi o estinti!”
Oltre ai grandi player, emerge dalla ricerca, si stanno progressivamente affermando le startup, che mettono in campo offerte spesso complementari a quelle delle grandi aziende. Le 426 startup analizzate dalla ricerca su scala globale nel triennio 2015-2017 hanno ricevuto finanziamenti istituzionali per complessivi 4,8 miliardi di dollari, a + 30% rispetto al 2016 e con un finanziamento medio raddoppiato nell’arco di soli 12 mesi, pari a 30 milioni di dollari ciascuna.
“Il 2017 è stato un anno molto positivo per l’Internet of Things, sia in Italia che a livello internazionale – afferma Giulio Salvadori, direttore dell’osservatorio – La crescita del mercato, l’evoluzione tecnologica e la proliferazione di startup sono tutti fattori che dimostrano come le potenzialità dell’IoT non possano più essere ignorate: dalle imprese coinvolte nel processo di trasformazione digitale delle fabbriche, alle Pubbliche Amministrazioni che grazie alla tecnologia possono collaborare con gli attori privati per avviare progetti di Smart City, fino ai consumatori sempre più orientati all’acquisto di soluzioni smart per la casa, l’auto, la salute e il tempo libero”.
“Le imprese stanno iniziando a intravedere il potenziale dei dati raccolti attraverso i dispositivi intelligenti – dice Angela Tumino, direttore dell’Osservatorio Internet of Things – come dimostra il crescente lancio sul mercato di soluzioni che integrano IoT e piattaforme di analisi dei dati, il ricorso ad algoritmi di Intelligenza Artificiale, l’introduzione di policy al fine di garantire privacy e cyber security delle informazioni raccolte dagli oggetti connessi. Questa consapevolezza si riflette nella crescita della componente legata ai servizi, che spesso però risultano ancora ‘semplici’: dall’installazione di oggetti smart all’invio di notifiche in caso di eventi avversi, fino alla gestione dei dati in cloud. Ciononostante, iniziano ad affiorare le prime applicazioni più evolute, come le soluzioni di manutenzione predittiva abilitate dal monitoraggio in tempo reale dei parametri di funzionamento di impianti o grandi asset (Smart Factory, Smart Asset Management), oppure i servizi di pronto intervento da parte di società di vigilanza privata qualora vi sia un tentativo di furto in casa (Smart Home)”.
I segmenti di mercato
Se a spingere lo smart metering e lo smart asset management nelle utility era stato a partire dal 2016 l’adempimento agli obblighi normativi, il settore è rimasto il principale segmento di mercato IoT anche nel 2017, tallonato da vicino da quello delle smart car, che negli ultimi dodici mesi ha raggiunto quota 810 milioni di euro con oltre 11 milioni di veicoli connessi in circolazione (erano 7,5 milioni nel 2016), ormai oltre un quarto del parco auto circolante in Italia. Poi le soluzioni di Smart Building (videosorveglianza e gestione degli impianti fotovoltaici), che coprono il 14% del mercato, e quelle di Smart Logistics a supporto del trasporto (10% del mercato, 360 milioni di euro). A seguire smart city e smart home, e lo Smart Asset Management fuori dalle utility, che comprende il monitoraggio di gambling machine, gli ascensori, i distributori automatici e le applicazioni per la Smart Factory.
Le previsioni
In ottica 2018, se da una parte la normativa continuerà ad alimentare la crescita delle soluzioni Smart Metering, secondo i dati dell’osservatorio IoT la Smart Car proseguirà il suo percorso di crescita grazie all’entrata in vigore, lo scorso 31 marzo, dell’obbligo normativo legato all’eCall, che prevede che tutti i nuovi modelli di auto e furgoni leggeri siano in grado di allertare automaticamente i servizi di soccorso in caso di incidente, e all’offerta sempre più ampia di servizi abilitati dalla connettività. In risalita anche le soluzioni per la smart home, con l’ingresso degli Ott in Italia , e l’Industrial IoT, che potrà beneficiare della proroga degli incentivi del piano Industria 4.0 del governo
Il ruolo dei sensori
“I sensori per l’IoT stanno subendo un rapido processo di evoluzione che avvicina sempre di più il mondo fisico a quello digitale – sottolinea Antonio Capone, responsabile scientifico dell’Osservatorio Internet of Things – Ad oggi qualsiasi dispositivo smart è dotato di un set di sensori utili per monitorare parametri relativi al suo funzionamento (come la carica rimanente della batteria, il tempo di funzionamento, il grado di usura dei componenti) e per raccogliere informazioni sull’ambiente circostante (ad esempio la posizione, la temperatura e l’umidità)”.
L’Intelligenza artificiale
“L’Intelligenza Artificiale viene sempre più integrata all’interno delle soluzioni IoT e il futuro promette grandi evoluzioni abilitate da tecnologie altamente innovative – sottolinea Giulio Salvadori – ma per concretizzare al massimo tali potenzialità bisogna lavorare di più sull’offerta: l’ambito di azione dei sistemi IoT è ancora troppo spesso limitato all’automazione di semplici funzionalità o alla gestione remota di dispositivi connessi. L’utilizzo del machine learning e di altre tecniche di apprendimento e ottimizzazione dell’Intelligenza Artificialesarà sempre più importante per soddisfare e anticipare i bisogni di aziende e consumatori. Una prospettiva affascinante, che però genera potenziali criticità in termini di cyber security e privacy”.
Focus Industrial IoT
“L’Industrial IoT in Italia è in pieno fermento e avrà un ruolo sempre più rilevante nel mondo industriale, con grandi consorzi e alleanze che scendono in campo per favorire interoperabilità e accesso ai dati – spiega Giovanni Miragliotta, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Internet of Things -. Ma, nonostante sia in costante crescita il numero di imprese capaci di comprendere le opportunità offerte da questo ambito, c’è ancora molto lavoro da fare per sfruttarle appieno. Per cogliere tutti i potenziali benefici sarà fondamentale valorizzare i dati raccolti all’interno degli ambienti di lavoro e delle supply chain e riprogettare i sistemi di monitoraggio e controllo nelle fabbriche”.
Fonte: CorCom