La classifica del Mise, ultimo atto per Calenda
L’istruttoria è terminata. Proprio l’ultimo giorno di attività di Carlo Calenda, il Ministero dello Sviluppo economico ha pubblicato la graduatoria dei Centri di competenza ad alta specializzazione, cosiddetti competence center. Al primo posto, con nove punti, si è piazzato il centro “Manufacturing 4.0”, il cui capofila è il Politecnico di Torino; tra i partner, partner industriali di livello internazionale (FCA, General Motor, GE Avio, Thales Alenia). Il focus è su aerospazio, automotive e additive manufacturing. Al secondo, sempre con nove punti, “Made in Italy 4.0”, guidato dal Politecnico di Milano e è focalizzato sulle tecnologie per la fabbrica 4.0. Al terzo, con otto punti, “BI-REX”, capeggiato dall’Università di Bologna ma sostenuto anche dagli atenei di Modena, Reggio Emilia, Parma e Ferrara. Di rilievo la collaborazione con il Cineca, consorzio interuniversitario italiano con sede a Casalecchio di Reno (Bologna), a cui aderiscono 67 università italiane, nove enti nazionali di ricerca, un Policlinico e il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca (Miur); e anche quella con l’Istituto italiano di fisica nucleare. Al quarto posto, sempre con otto punti, “ARTES 4.0”, centro guidato dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ma che riunisce anche la Scuola Normale Superiore, Università di Pisa, Università di Firenze, Università di Siena, e altri atenei. Al quinto posto, con sette punti, “SMACT”, capeggiato dall’Università di Padova ma sostenuto da una rete di atenei del territorio (Verona, Venezia, Iuav, Trento, Bolzano, Udine, Trieste e altri) e con focus su agroalimentare, abbigliamento, arredamento e automazione. Al sesto, con 7 punti, “Industry 4.0”, centro guidato dall’Università “Federico II” di Napoli, e che è sostenuto da otto fra atenei campani e pugliesi, e dalle Regioni Campania e Puglia. Al settimo, con 6 punti “START 4.0”, capitanato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, insieme a ABB. Leonardo, Ansaldo e altri. All’ottavo posto, con 6 punti, il centro “Cyber 4.0”, guidato dall’Università “La Sapienza” di Roma. Il focus è la cyber security.
Cosa faranno i centri di competenza ad alta specializzazione
I competence center sono chiamati, secondo il Mise, a «svolgere attività di orientamento e formazione alle imprese nonché di supporto nell’attuazione di progetti di innovazione, ricerca industriale e sviluppo sperimentale finalizzati alla realizzazione, da parte delle imprese e in particolare delle Pmi, di nuovi prodotti, processi o servizi (o al loro miglioramento) grazie alle tecnologie avanzate in ambito Industria 4.0». I progetti sono stati presentati da università capofila, ma, come si è visto, aggregano partner industriali e altri atenei.
Il prossimo passo e la posta in gioco
La graduatoria sarà seguita da una fase negoziale tra il Ministero e gli otto competence center con l’obiettivo di «massimizzare i risultati conseguibili mediante l’erogazione del servizio alle imprese rispetto agli obiettivi dell’intervento agevolativo». Tre giorni fa, Calenda aveva reso noto di aver «firmato il decreto per portare il finanziamento dei competence center del piano industria 4.0 da 40 milioni a 73 milioni». Si stima che i centri saranno operativi da questa estate.
Soggetto capofila del partenariato – Nome del costituendo Centro di Competenza | Punteggio di sintesi sulla base dei criteri di cui all’art. 10 comma 1 lettere a.1), a.2) e b) del D.D. 29 gennaio 2018 | Posizionamento* |
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Politecnico di Torino – Manufacturing 4.0 | 9 | 1° |
Politecnico di Milano – Made in Italy 4.0 | 9 | 2° |
Alma Mater Studiorum Università di Bologna – BI-REX | 8 | 3° |
Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa – ARTES 4.0 | 8 | 4° |
Università degli Studi di Padova – SMACT | 7 | 5° |
Università degli Studi di Napoli “Federico II” – Industry 4.0 | 7 | 6° |
Consiglio Nazionale delle Ricerche – START 4.0 | 6 | 7° |
Università degli Studi di Roma “La Sapienza” – Cyber 4.0 | 6 | 8° |
Fonte: Industria Italiana